L’intervista Repubblica a cura di G. Casadio
ROMA – “Non possono essere dimenticate in una notte le parole di Salvini, quando diceva che avrebbe scambiato Mattarella con Putin. Perciò ieri sera ci sono state le contestazioni ai leghisti nella fiaccolata per Navalny. L’unità delle forze politiche chiamate da Carlo Calenda è stata però importante: ha messo l’Italia al passo con gli altri Paesi europei”. Matteo Richetti, uno dei leader di Azione, traccia un primo bilancio.
Richetti, soddisfatto della manifestazione per Navalny in piazza del Campidoglio?
“È stata una coraggiosa intuizione di Carlo Calenda che ha reso un servizio non solo alla politica ma al Paese in generale perché l’Italia era assente da reazioni che c’erano già state in tutto il mondo per la morte di Navaly in un gulag russo. Ieri è stata una giornata importante per l’Italia”.
I leghisti sono stati contestati vivacemente.
“Premetto. L’unità della manifestazione è stato il primo aspetto positivo. Certamente le ambiguità della Lega sollevano perplessità. Quando un esponente leghista come Massimiliano Romeo, che era in piazza, dice che le responsabilità di Putin sono da accertare, commette un errore molto grave. Il problema non è l’esecutore materiale, ma il responsabile politico di quello che sta accadendo in Russia. Un regime che prima avvelena Navalny, poi lo deporta in un gulag in Siberia e quindi lo lascia morire in carcere, oltre che mettere a tacere il dissenso, oltre a invadere l’Ucraina, cosa deve accadere perché ci sia una condanna ferma? Le contestazioni ieri sono state all’ambiguità delle posizioni leghiste. Però è importante che sia Lega che 5 Stelle abbiano aderito”.
La Lega è ipocrita, come ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi?
“Avere elogiato fino a tempi recentissimi Putin, al punto che Salvini diceva di invidiare la Russia per la sua guida, e di essere pronto a scambiarlo con il presidente Mattarella, beh non è cosa che si possa dimenticare in una notte. Non è che la gente poi faccia finta di niente”.
A Milano sono stati identificati dalla Digos manifestanti pro dissidenti russi. Cosa ne pensa?
“Che è irragionevole la logica che porta a processi di identificazione per un omaggio a dei martiri della libertà. Semplicemente di questa identificazione non si capisce il perché”.
Lei pensa che Navalny sia stato avvelenato come ritiene la moglie Yulia?
“La questione non è di discutere sulle modalità ma sulla indiscutibile gravità della morte di un dissidente carcerato. Stiamo ai fatti. Per 14 giorni o forse chissà per quanto, la famiglia non potrà riavere il corpo di Navalny. Chiediamoci il perché”.
Alcuni parlamentari italiani fanno sapere che andranno ai funerali o almeno chiederanno il permesso per andarci.
“Una scelta importante. Calenda sarà in Ucraina il 24 febbraio non solo per ricordare i due anni dall’inizio dell’invasione russa, ma per continuare a testimoniare il sostegno a Kiev con l’obiettivo della pace ma senza soccombere all’arroganza russa. Con la morte di Navalny è sempre più urgente che la comunità internazionale isoli Mosca da tutto il sistema di relazioni economiche e politiche. Dissento da Giuseppe Conte che sostiene che con Mosca bisogna continuare a parlare. Putin sta sfidando tutto ciò che è lecito, mettendo in discussione il diritto internazionale, il rispetto dei principi democratici, la libertà di espressione e dissenso. Questo fa del suo mandato un regime che non può avere nulla a che fare con i Paesi democratici dell’Europa e dell’Occidente”.
Scese le scale del Campidoglio, addio anche all’unità del centrosinistra?
“L’unità in piazza era di tutte le forze parlamentari contro la limitazione della libertà e del dissenso. Per quanto riguarda il centrosinistra su queste battaglie non ci dovrebbero essere ambiguità”.
I 5Stelle lei li giudica ambigui?
“Sì, sull’Ucraina in maniera insopportabile”.