I giornali titolano: “Richetti, si ritira?” Ecco la mia risposta:

È veramente uno spasso.

Quando devono scrivere delle primarie del Pd si dimenticano scientificamente di raccontare di noi. E quando parlano di noi dicono che siamo prossimi al ritiro della candidatura.

“Richetti pensa al ritiro”, scrivono stamattina.

E dire che bastava una telefonata per avere una risposta. Si vede che è meglio costruire una realtà piuttosto che raccontarla.

Perché la realtà è chiara: sono settimane che mi offrono di tutto. E quando non offrono, minacciano. Offrono posti e visibilità, minacciano verbali tra gli iscritti nei quali “non arrivi al 5%”.

La politica fatta come piace a loro porterebbe ad accomodarsi, portarsi a casa un po’ di posti per me e i miei amici. La politica fatta come piace a loro ti toglie la fatica del correre su e giù per l’Italia perché in assemblea e in direzione ci arrivi con uno strapuntino garantito.

Pensano che dovrei accomodarmi perché se non arrivi tra i primi 3 alle convenzioni (dove votano i soli tesserati) non accedi alle primarie (dove possono votare tutti).

Non hanno capito che quando dico #diversamente, io dico sul serio. Alle primarie ci arrivo con il sostegno degli iscritti al Pd.

Stanno facendo male i conti.

È finito il tempo di chi si affida al capobastone di turno. Non cederò mai alla logica che ho deciso di combattere proprio candidandomi.
Posso perdere tutto, anche il congresso, ma non la mia dignità e la mia concezione di politica.

Ora se qualcuno vuole un titolo, lo può prendere: “Andiamo avanti fino in fondo, per cambiare questo partito e l’Italia”