Il presidente di Azione corregge il tiro sull’appoggio al centrodestra: “Non saremo la loro stampella. Il Pd guarda a sinistra, noi speriamo in Draghi. E siamo pronti a fare la nostra parte per uscire dalle secche della crisi”.
Roma, 7 settembre 2022 – Matteo Richetti, giusto qualche ora fa Carlo Calenda ha buttato giù una frase che ha destato non poco stupore. E, dunque, cosa vorrebbe dire che Azione sarebbe anche pronta a fare un’alleanza con la Meloni, ma non con Letta?
“Piano con le interpretazioni; non ha detto proprio così. Lui ha detto una frase che è stata mal interpretata e poi infatti l’ha chiarita. Diceva che in questo momento drammatico – di inflazione, gas alle stelle, aziende che chiudono e richieste di cassa integrazione – che non si sa nemmeno quanto potrà durare, se in questo quadro si dovesse formare un governo di unità nazionale, noi saremmo pronti a raccogliere quella sfida…”
Non cambia granché, Richetti: avete detto – Calenda ha detto – che in caso di necessità andrebbe bene Meloni ma non Letta…
“Perché Letta in questo momento non comprendiamo dove stia andando. Il Paese è sull’orlo del precipizio e Letta continua a portarsi nello zaino Bonelli e Fratoianni e delle parole d’ordine di sinistra-sinistra che uno come Provenzano sembra un estremista di destra. Insomma, questo Pd è irriconoscibile anche per chi lo ha votato e ci ha militato dentro fino a ieri. È incomprensibile, sul serio, quello che sta facendo il segretario del Pd. Per questo guardiamo da quella parte con grande perplessità”.
Ce l’avete con Letta perché ha parlato di allargare il reddito di cittadinanza?
“Macché, su, non scherziamo. Azione è proiettata verso un risultato elettorale a doppia cifra e di fronte a un’emergenza nazionale e a un centrodestra che al Senato, alla fine, in virtù della legge elettorale e del taglio dei parlamentari, potrebbe trovarsi con una maggioranza che sta in bilico per un numero molto esiguo di eletti, ebbene, noi saremmo pronti a prenderci le nostre responsabilità. Non possiamo lasciare l’Italia appesa ad un filo in una situazione di emergenza come quella che viviamo e vivremo”.
Parliamoci chiaro: voi volete un ritorno di Draghi ma, nella sostanza, perché Draghi si dovrebbe prestare una seconda volta dopo essere stato bruciato in quel modo senza per altro la sfiducia del Parlamento? Chi glielo fa fare?
“Noi evochiamo Draghi, ma quando parliamo di Draghi vediamo soprattutto un modello di governo. E comunque, qualora Draghi rifiutasse, noi abbiamo personalità all’altezza del compito di proseguire nel solco tracciato dal Presidente del Consiglio. E se serve, anche la nostra leadership è a disposizione del Paese”
Richetti, è comunque sempre quell’ipotesi di un possibile governo con il centrodestra che in queste ore sta creando un dibattito acceso…
“Allora la faccio ancor più breve; se qualcuno si immagina che Azione possa fare la stampella del centrodestra se lo può dimenticare. Calenda lo ha detto chiaramente: ‘Un governo con Meloni? Ma quando mai. Anche perché sarebbe un controsenso a quanto fatto finora’, ha spiegato in questa dichiarazione. ‘Io ho detto una cosa diversa: se io fossi Giorgia Meloni che non ho grande esperienza, direi meglio andare avanti con Draghi. Non lo farà mai, amen’. Ecco, più chiaro di così…”
Anche perché c’è un problema che non è solo rappresentato dalla Meloni, ma anche da Salvini, a partire dall’ambiguità del leader del Carroccio sulla questione della politica estera, questo tentennamento sulle sanzioni…
“Su questo noi non abbiamo alcuna ambiguità, la nostra linea è chiara e quanto a Salvini, penso che alla fine proprio in virtù delle loro distanze interne su temi fondamentali come la guerra e il gas, il centrodestra, anche vincitore, non potrà andare troppo lontano”.