La mia intervista al quotidiano “La Discussione”
Il Paese non ha bisogno di sovranisti e movimenti pasticciati, c’è necessità di scelte nuove e coraggiose. Azione c’è per cambiare e attuare riforme utili a tutti.
Se la Dc poteva contare su politici come: “Piccoli, Storti e Malfatti”, che all’epoca, giocando con i cognomi per dare una connotazione un po’ comica dei politici rispetto anche alla loro avvenenza, per il senatore Matteo Richetti, 46 anni, – nato a Sassuolo, che dal Pd Renziano è passato come cofondatore il 21 novembre 2019 insieme a Carlo Calenda al partito “Azione” – si può dire l’opposto: presenza piacevole, aria sicura un po’ incline alla meditazione e un po’ alla scocciatura. Ecco che sistemata la parte di “colore” sulle fattezze di Richetti che oggi fanno scena nei talk show, gli chiediamo le ragioni dei suoi obiettivi politici.
Senatore ci parli di Azione e della sua collocazione politica, nel già variegato Parlamento Italiano?
“Azione” perché vuole essere una chiamata “all’azione”. Vuole dire al Paese che non possiamo più rimanere con le mani in mano dopo aver visto una legislatura che è riuscita a dare vita a due governi imbarazzanti. Con Luigi Di Maio e Matteo Salvini per giunta, due leader di due coalizioni improponibili per risolvere la complessità dei problemi del Paese.
“Azione” è l’unico spazio politico che nasce per riorganizzare chi oggi non si riconosce in questo governo, cosa che non si può dire di Italia Viva. È uno spazio politico che pur partendo da due personalità che vengono dal percorso del centro sinistra si rivolge non tanto a un “centro politico” nel quale io non credo, ma a tutti coloro che non ritengono nazionalismi e sovranismi ricette utili per questo Paese. Noi vogliamo costruire un polo solidale e progressista. Rispetto a chi dice “ognuno chiuso in casa”, “caccia allo straniero” e “prima gli italiani”, noi vogliamo un partito che dica “uniti si è più forti”, e “integrati si è più sicuri”. Credo anche che alcune categorie, dai liberali ai social-democratici, non siano più definizioni nelle quali gli italiani si rappresentano. Se oggi qualcuno non si definisce più di destra, ma si definisce sovranista, forse noi dovremmo riscoprire termini diversi dalla sinistra o dalla socialdemocrazia, come ad esempio “comunitarismo” che è l’esatto contrario del sovranismo, e “progressismo”, per chi non si arrende a tenere l’Italia ferma, fuori dall’Europa e lontana dal cambiamento”.
Azione come partito alternativo ai populisti per far crescere una una ‘Opposizione liberal democratica’, sta prendendo piede in Italia e punta a crescere mettendo al centro la politica e la credibilità delle proposte. È un quadro troppo roseo o siamo vicini alla realtà dei sondaggi che vi danno comunque in crescita?
“Esatto il dato di credibilità è l’assenza di coerenza che c’è stata da parte di Matteo Renzi. Mentre i giovani devono essere protagonisti del loro futuro”.
In merito al Premier Conte e agli Stati Generali cosa pensa?
“Appuntamento fumoso e di propaganda. Noi con Azione abbiamo presentato 53 proposte che abbracciano settori che vanno dal turismo alla moda passando per la politica fiscale ed economia circolare. Il DL Rilancio ha dato soluzioni parziali e con scarsi risultati”.
A suo giudizio è necessario accedere ai fondi europei del MES?
“Assolutamente sì”.
Quali iniziative secondo Lei sono importanti per il Paese. O almeno quali le priorità per ridare un futuro all’Italia?
“Bisogna finanziare le borse di specializzazione in ambito sanitario, dare agevolazioni alle aziende del settore turistico e non voucher al solo turista, poiché non sono fruibili da tutti. Sburocratizzare per noi è una parola chiave ma al consiglio dei Ministri il Decreto Sburocratizzazione non è stato approvato. Ci auguriamo un nuovo Governo di competenza politica ed economica. Ecco due figure che mi piacerebbero sono Cantone e Draghi per esempio”.
Immigrazione e scuola altri due punti sui quali avete annunciato che darete battaglia. Sarà così?
“Assolutamente sì, faremo presto una proposta sulla Scuola ed abbiamo lanciato una proposta per l’immigrazione dove vi sia un programma di integrazione dove l’elemento centrale sia la regolarizzazione del contratto e integrazione controllata dei flussi migratori, abbiamo fornito dei criteri secondo i quali si possa entrare in Italia e ci si regolarizzi”.