Qui partono tutti con le migliori intenzioni: invitano a fare interventi di merito, ma poi scivolano, dedicandosi ai ringraziamenti al Ministro per l’informativa o per la presenza al question time. Eppure, non l’abbiamo vista né questa settimana né la scorsa. Non importa: noi siamo tra quelli che il Ministro lo vogliono al Ministero, forse più di quanto ci stia andando ultimamente.
Il punto, però, è un altro. Vogliamo discutere di merito? Noi siamo qui per questo. Dal 1° gennaio sentiamo parlare solo di sabotaggi e di eversione. Ma possiamo affrontare quello che accadeva prima del 1° gennaio?
“La Stampa”, il 7 gennaio, ha pubblicato un rapporto sullo stato dei treni in Italia, riferito al quarto trimestre del 2024: un periodo in cui non ci sono stati sabotaggi, esposti o emergenze straordinarie. I numeri parlano chiaro, e restare ai numeri, a mio avviso, è un valore.
Il 70% dei treni ad alta velocità, in quell’ultimo trimestre, è arrivato in ritardo. Il Frecciargento Bari-Roma non è mai arrivato in orario nemmeno un giorno. Il Frecciarossa Reggio Calabria-Milano ha registrato un ritardo medio di 46 minuti, con picchi di 468 minuti. I rimborsi complessivi dovuti da Trenitalia per i ritardi superano i 100 milioni di euro all’anno, circa 8,5 milioni al mese. È colpa di Salvini? No. Ma possiamo discutere della situazione disastrosa dei treni in Italia senza nasconderci dietro polemiche sterili?
Il Vice Ministro Rixi ha attaccato le opposizioni dicendo che pensano che Salvini faccia il capostazione. Io pensavo che facesse il Ministro e che si occupasse di queste questioni.
Pietro Spirito, in un intervento su “Il Fatto Quotidiano”, ha posto due temi fondamentali, senza attaccare il Ministro Salvini, ma sollevando interrogativi cruciali.
Primo punto
L’alta velocità sta andando così bene che, sotto il Ministro Salvini, l’offerta è aumentata di 100 treni all’anno. Questo aumento, però, riduce la disponibilità della rete per la manutenzione. Il contratto RFI del 2024 prevede un ampliamento della manutenzione di emergenza a scapito di quella ordinaria. Questa scelta strategica favorisce il servizio nel breve termine, ma comporta un progressivo deterioramento della rete, che comprende binari, cavi elettrici, cabine e stazioni. Cosa intende fare il Ministro? Vuole confermare questa strategia che privilegia gli incassi immediati a scapito della sicurezza e dell’efficienza futura?
Secondo punto
La tratta Roma-Firenze opera con due tecnologie differenti, una a 3 Kv. Non è colpa di Salvini, ma è suo compito affrontare questo problema. Perché molti guasti si verificano nei nodi di Roma e Firenze? Quali sono le sue proposte per risolvere questa criticità?
Questi sono temi strategici che richiedono risposte. Non c’entrano esposti, sabotaggi o emergenze straordinarie, ma la visione e le scelte politiche per il futuro del trasporto ferroviario in Italia. Inoltre, è cruciale decidere se investire seriamente nella manutenzione preventiva. Con l’introduzione di un terzo operatore sulla rete, l’usura e l’affaticamento dell’infrastruttura peggioreranno ulteriormente.
Oggi abbiamo perso un’occasione per discutere di queste strategie. Non è questione di attaccare il Ministro Salvini come persona, ma di chiedere risposte e una visione concreta sulle politiche per il trasporto pubblico in Italia. Non possiamo continuare a ignorare le vere emergenze strutturali che minano la rete ferroviaria del nostro Paese.