“Nel Pd delle divisioni io e Martina insieme per unire. E non saranno primarie su Renzi”

Matteo Richetti correva per la segreteria del Pd, ma fa un passo di lato e si presenta in ticket con Maurizio Martina: sarà il suo vice

Di GIOVANNA CASADIO

“Se qualcuno vuole fare le primarie su Renzi, con me ha sbagliato indirizzo”. Matteo Richetti correva per la segreteria del Pd, ma fa un passo di lato e si presenta in ticket con Maurizio Martina: sarà il suo vice.

Richetti, da mesi ha lanciato la sua candidatura alla guida del Pd. E ora addio ai comitati Harambee, per dirla con il suo slogan in lingua swaili, una specie di “oh-issa”  per una scossa al Pd sotto botta?
“Le iniziative mica finiscono. Abbiamo intrapreso la costruzione di un’esperienza politica che ha aggregato giovani, professionisti, pezzi di società civile. Adesso con Maurizio abbiamo deciso di unire le nostre forze, avendo lo stesso obiettivo. A un Pd abituato a divisioni, scissioni, fratture offriamo l’esempio  dell’unione tra le forze. Non solo”.

Cos’altro?
“Se devo rinunciare a un’ambizione personale per salvare un patrimonio di idee, io lo faccio”.

Ci sarà un ticket Martina candidato segretario e lei vice?
Così ha annunciato Maurizio. Sarà la mozione Martina-Richetti. Io gli ho consegnato 47 pagine di proposte, delle nostre idee. A Martina non si unisce un singolo ma una rete di comitati e un’esperienza. Il nostro hashtag che era #Diversamente sarà accanto a quello #Fiancoafianco di Maurizio”.

Una fusione, in pratica?
Sono progetti che si fondono in una proposta sulla funzione del partito, sul tesseramento, le primarie per la selezione delle candidature. Abbiamo raccolto l’appello di Graziano Delrio. Quando ti viene chiesta generosità, devi saperla dare”.

La accusano di renzismo e di caratterizzare la proposta di Martina nel senso della continuità con il PdR, il Pd di Renzi: cosa risponde?
“Preoccupazione di altri, certo non mia. Io ho riempito 47 pagine di contenuti sull’economia verde, sullo strumento europeo di protezione sociale universale, sulle retribuzioni minime, su un grande piano per il Mezzogiorno. Se qualcuno vuole fare le primarie su Renzi, con me ha sbagliato indirizzo”.

Ma Renzi ha compiuto degli errori, secondo lei?  
Il problema non è Renzi. Il Pd ha fatto errori. Va ricostruita una relazione con il paese. Il partito è stato ostaggio dei notabili in questi anni: non hanno saputo cambiarlo”.

Per evitare che se nessun candidato raggiunge il 50% più uno ai gazebo, ci siano poi accordi di correnti e giochetti nell’Assemblea a quel punto chiamata ad eleggere il segretario, si potrebbe fare un patto tra gentiluomini tra i leader così chi arriva primo vince?
“Un partito deve avere regole chiare e penso che sovrapporne altre all’ultimo momento sia un deficit di serietà, non capisco perché si debba aprire ad altri accordi”.

Quale è in definitiva il cuore della vostra proposta? 
“Ci saranno in questo congresso dem le tifoserie pro e quelle contro Renzi e poi noi – Martina, Debora Serracchiani, Tommaso Nannicini e  io, per citarne alcuni, insieme ad amministratori locali – . Siamo una generazione di trenta-quarantenni che prova a diventare classe dirigente”.

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