Ho presentato un’interrogazione ai ministri Lollobrigida e Schillaci per conoscere quali iniziative ritengono di intraprendere per scongiurare i gravi rischi che potrebbero derivare dalla diffusione incontrollata della Peste suina africana nel nostro Paese.
Al momento, la presenza del virus, che colpisce severamente i suidi (cinghiali e maiali), risulta circoscritta ai cinghiali selvatici presenti in alcune zone del Paese, come Sardegna, Piemonte, Liguria e Lazio, ma non può essere sottovalutata una sua propagazione alle regioni confinanti quelle già interessate.
Servono interventi urgenti e specifici, come insegnano le esperienze del Belgio e della Repubblica Ceca, prima che perdite economiche ingenti e rovinosi danni economici e d’immagine travolgano i più importanti distretti delle carni del nostro Paese. In Italia è stato nominato un Commissario nazionale per la PSA, ma non dispone delle necessarie risorse e, finora, il suo operato è stato insoddisfacente e non all’altezza della gravità della situazione.
Ad acuire gli effetti di questo depotenziamento inaccettabile, c’è la difficile situazione sul campo: dati alla mano, nel giro di un anno l’area interessata dall’infezione è più che raddoppiata mentre il numero di cinghiali abbattuti nelle zone infette è irrisorio, a cui si aggiungono lacunose campagne di sensibilizzazione e comportamento per i sindaci e la cittadinanza delle aree interessate e scelte politiche poco comprensibili, come in Piemonte o nella provincia di Roma, tese ad un’eccessiva derogabilità dei comportamenti di residenti e turisti in prossimità delle aree infette.
Chiediamo dunque che i ministri intervengano con rapidità ed efficacia, salvaguardando la salute degli animali e le filiere produttive alle quali, dopo gli anni della pandemia ed in piena crisi economica, non si possono addebitare ritardi, mancanze o inaccettabili sottovalutazioni.
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